Hanno sciolto suo figlio nell’acido e lei non vuole perdonarli. Come darle torto. Franca Castellese ed ? la madre di Giuseppe Di Matteo, il bambino prima sequestrato e poi sciolto nell’acido da alcuni mafiosi che facevano capo a Giovanni Brusca,?perch??il padre era diventato collaboratore di giustizia. E in cosa nostra si sa, contro i pentiti tolleranza zero. Questo efferato omicidio ? spesso preso ad esempio per dimostrare l’efferatezza della crudelt? mafiosa e quanto siano ipocrite le giustificazioni di?coloro i quali etichettano come “atti d’onore”??delle azioni criminali ?se poi sono capaci di prendere un ragazzino di 12 anni e immergerlo dentro una vasca di acido mortale. Nonostante ci?, la madre del piccolo Giuseppe si ? sempre rifiutata di farsi fotografare o riprendere dalle telecamere, suo figlio ? il simbolo della rinascita del popolo siciliano, di chi reagisce scosso principalmente da un senso di rabbia, ma lei a quindici anni di distanza non ne vuol sapere niente di ergersi a personaggio pubblico. E fa bene. Il suo dolore ? pi? che mai intimo. Dichiara privatamente di non essere disposta al perdono, senza indugi e ripensamenti dopo tutti gli anni trascorsi e non avrebbe senso dirlo in tv, dare in pasto l’ennesima vittima sacrificale della legge dello spettacolo ai benpensanti, abituati alla cultura del buonismo da omologazione televisiva, da reality show, a chi sa perdonare per? giudica seduto su una poltrona, a chi pensa che ? comunque cristianamente giusto. Non capirebbero. No, proprio non capirebbero.
La politica ? folklore. Non sono in Italia. Il fatto abbastanza curioso riguarda il governo rumeno che in tempo di forte crisi ha deciso di emanare una legge per tassare le streghe, aliquota al 16% anche per loro, come ogni libero professionista. Maghi e streghe ce ne sono ancora tanti nel paese del conte Vlad e godono di una certa credibilit? e rispetto tra i connazionali. Tant’? che, come dichiarano loro stesse, tanti di quei politici che hanno votato la legge per la tassazione, in passato si sono rivolti a loro per addossare maledizioni ai loro avversari politici. E allora, mentre le altre categorie professionali scelgono la via dello sciopero e dei cortei di protesta, una decina di streghe di Romania si sono avventurate nella preparazione di una pozione magica, con tanto di calderone e di ingredienti che prima di adesso credevo fossero creazione del genio di qualche regista, come escrementi di gatto, occhi di salamandra e l’immancabile coda di rospo. Con le streghe non si scherza, dovrebbero saperlo, e infatti qualche senatore impaurito dalle minacce malefiche ha votato contro diversi provvedimenti e persino il presidente del governo rumeno ha giustificato una sconfitta elettorale come risultato delle maledizioni delle streghe. Si dice che qualcuno a Mirafiori abbia gi? organizzato un viaggio per un paio di signore rumene con un lungo cappello e vesti nere, Marchionne ? avvisato.
L’amore ai tempi dei social network non conosce distanze. Almeno per gli esseri umani. E’ un’impresa un p? pi? complicata per le tartarughe, che durante la loro lunga vita compiono pi? volte delle vere e proprie imprese per raggiungere il partner per l’accoppiamento. Ad esempio, Tika, una tartaruga tenuta sotto osservazione da alcuni ricercatori inglesi, ? partita dalle coste del Gabon, nell’Africa Occidentale per raggiungere il proprio partner nelle coste del Brasile, in un’odissea di 8 mila chilometri e 6 mesi di viaggio a nuoto, scampando i rischi delle navi turistiche, delle reti dei pescherecci e dei cacciatori di uova. Finito l’accoppiamento Tika torner? a casa in Gabon e saranno altri 8 mila km. Un gesto eroico di romanticismo senza precedenti. Anche tra le tartarughe circola un famoso proverbio: per un amore mille pene.
Finisce qui la rubrica settimanale, vi aspettiamo Gioved? prossimo per gli altri aggiornamenti.