Con Ozmo, San Sebastiano porta i boxer firmati.

Ozmo è un artista contemporaneo italiano. A differenza dagli altri artisti contemporanei, lui mi piace un sacco. Concilia al meglio la bellezza in sè con il messaggio da diffondere. Contenitore e contenuto. Opera d’arte e provocazione si amalgamano meravigliosamente nelle sue opere. Lungi dal volere fare un articolo di critica artistica, vado al sodo: a Racale, in Salento, c’è un sindaco giovane, moderno e creativo. Ci sono anche due ragazzi ventenni con il pallino dell’arte che hanno lanciato il “via vai project” (http://www.viavaiproject.com/): da febbraio ad agosto, diversi artisti di fama nazionale e internazionale creeranno in diretta un’opera sulle mura di alcuni paesi del basso Salento. Tra i vari artisti Eversiempre, Tellas e anche Ozmo, che ha avuto la geniale idea di rappresentare San Sebastiano, modificando l’iconografia classica, che lo vuole trafitto appoggiato ad una colonna, con dettagli provocatori e fortemente simbolici: mutande nere Dolce&Gabbana e fiches da gioco, come premi per ogni freccia infilzata. Ozmo vuole mischiare il mito della religione e dei valori della tradizione, con i nuovi anti-valori dell’epoca moderna (il gioco d’azzardo, l’ostentazione). Per questo, l’artista è stato sommerso dalle critiche, sia dai cittadini che lo osservavano durante la realizzazione dell’opera (gli stessi che lo elogiavano inizialmente, quando raffigurava San Sebastiano nudo), sia dai soliti perbenisti e opinionisti da giornalino di parrocchia. L’artista ha giustificato l’idea dicendo che “il lavoro si sviluppa sul potere delle immagini. Il simbolo di D&G è così potente e pervasivo, grazie alla pubblicità, da essere riconoscibile a tutti, soprattutto dai giovani, che attratti da quello possono considerare il resto, mentre mai avrebbero fatto caso a un San Sebastiano iconograficamente classico e impostato. Mentre altre persone, altre generazioni, possono al contrario riconoscere il santo e da lì trovarsi a riflettere sul potere dei brand nella morale contemporanea”. In tanti si sono comunque ribellati a quella che hanno ritenuto “un’offesa alla morale cristiana” e “un gesto irriverente”. Il povero sindaco, di fronte alle polemiche infuocate, ha dovuto fare un passo indietro e, dopo aver elogiato Ozmo, ha ordinato di modificare l’opera, eliminando le fiches. Già in passato l’artista contemporaneo aveva ricevuto critiche su un’altra opera: La Madonna di Ozmo di Ancona, raffigurata con la testa rovesciata di 180°, così come il Gesù bambino che ha tra le braccia. Allora si parlò di “opera blasfema”, ma la chiesa stessa dichiarò che, seppur si trattasse di un’opera impropria, non era blasfema. A mio modesto parere, è assurdo giudicare immorale quest’opera, l’intento dell’artista è chiaro, la critica non va alla storia o alla tradizione della chiesa ma alla società, ai suoi valori e anti-valori, ci sarebbe ben altro di cui scandalizzarsi. Specie in territori che la mala politica e l’affarismo hanno confinato a zona depressa e sottosviluppata. Le iniziative promosse da giovani volenterosi e capaci, come il “via vai project”, sono un bene raro da salvaguardare e valutare al massimo. Senza dimenticare che poi l’opera è davvero splendida.

Buon inizio di primavera a tutti.

“Oltre Fiumara. Rubrica settimanale che apre uno spiraglio tra le cinta murarie del borgo, per far passare qualche notizia fuori dal comune.”